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I migliori Iphone si fanno in IRPINIA
Vendono iPhone come nuovi:
centomila clienti per l'azienda
irpina
C'è un'azienda irpina che vende all'estero e occupa giovani sotto i
trenta anni. Vende computer, iPhone e iPad, tutti dunque
rigorosamente Apple, ma tutti rigorosamente usati e con garanzia di
un anno. Idea irpina che sta spopolando in Europa. La mamma
compra l'iPad usato per far giocare il bimbo, l'imprenditore lo fa per
implementare il parco macchine dell'ufficio con ridotti di qualità e
meno costosi sdi quelli nuovi. È il business sviluppatoda due
imprenditori, Antonio Capaldo e Alessandro Palmisano 13 anni fa in
un locale di 20 metri quadrati ad Atripalda (quando gli iPhone non
c'erano ancora). Prima diedero vita ad un sito di e-commerce che poi
diventò il sito dove si vendevano iPhone ricondizionati e i kit che ne
allungavano la vita di un paio di anni, velocizzandone le memorie.
L'intuizione è buona e quel sito si trasforma da hobby a piccola impresa
in pochi anni: 200mila euro è il fatturato del 2007, mezzo milione di
euro è il fatturato del 2008, fino a 2 milioni nel 2011. L'azienda,
intanto, assume e arriva ad un organico di 8 persone. Fino ad oggi
TrenDevice (nata nel 2014) ha acquistato e rivenduto dopo averli
ricondizionati i computer e gli smartphone della casa di Cupertino per
13 milioni di euro. Il modello top è liPhone 5 S, che costa 300 euro
ricondizionato, il più vicino all'iPhone 5Se di ultima generazione che
costa oltre 500 euro. L'azienda di via Capozzi crede al reCommerce
(l'economia circolare basata sul riuso, sull'ottimizzazione delle risorse e
su un nuovo approccio etico e sostenibile al mercato) e i risultati sono
stati subito stellari. Centomila clienti in Europa e un progetto di
crescita che le imprese tradizionali irpine non osano nemmeno
immaginare: «raggiungeremo un giro d'affari di 6 milioni di euro nel
2016, in crescita dell'80% rispetto al 2015», dicono a TrenDevice.
Un'azienda che negli ultimi due anni è diventata un piccolo miracolo
economico. Come funziona il business? «Tablet e smartphone non più
attraenti per la fascia di consumatori early adopter (ad esempio iPad 2
o iPhone 4), lo sono invece per un'altra categoria di persone- spiega
Palmisano -.
I primi cedono il dispositivo e monetizzano, i secondi hanno la
possibilità sia di acquistare un bene non più a listino sul mercato nuovo
(e pagarlo dal 20% al 60% in meno rispetto al prodotto all'ultimo grido),
sia di acquistare gli ultimi modelli (risparmiando il 10-15% rispetto al
nuovo)».L'azienda oggi impiega 35 persone, tra dipendenti e
collaboratori, con una età media di 26 anni (un terzo donne), ed è in
procinto di presentare un ambizioso piano di investimenti per arrivare a
20 milioni di euro entro 24 mesi, con la possibilità di creare altri 30
posti di lavoro.
«Si tratta di personale all'80 per cento avellinese che viene da studi
tecnico informatici, oltre ai dipendenti amministrativi e della vendita
che sono di estrazione economica. La formazione si fa all'interno
dell'azienda», spiegano i fondatori.Oggi a reclutare nuovi collaboratori
tecnici è un selezionatore di 23 anni: si cercano talenti poco più che
maggiorenni, smanettoni capaci di ricondizionare software e hardware
dei dispositivi Apple.
E la casa madre che dice? «Niente, non siamo gli unici al mondo a
ricondizionare iPhone, è possibile farlo anche senza essere partner di
Tim Cook», dicono dall'azienda irpina. TrenDevice introduce il concetto
di reCommerce: si risparmia e si contribuisce a preservare l'ambiente.
Chi sceglie di acquistare un iPhone 6 usato, abbatte di circa 80 kg le
emissioni di CO2, rispetto a chi compra lo stesso prodotto nuovo. «Il
futuro sarà rimanere in Irpinia - spiega Palmisano -, adottiamo il
telelavoro, ma abbiamo ottimi collaboratori scelti tra giovani e
giovanissimi avellinesi. Non c'è ragione di spostarci di qui. Sono i nostri
clienti che ci raggiungono. Le intelligenze è inutile cercarle altrove» .